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Candida quale alimentazione per contrastarla - Nutrizionista Cagnazzo

Candida: quale alimentazione per contrastarla?

La Candida albicans è un micete (fungo) abitualmente saprofita e ubiquitario, che assume carattere patogeno soltanto quando le difese dell’ospite si indeboliscono o esiste un ambiente favorevole al proliferare del microrganismo. Gli antibiotici sistemici, i corticosteroidi, la terapia immunosoppressiva, la gravidanza, l’obesità, il diabete mellito o altre endocrinopatie, le malattie debilitanti, i deficit immunologici aumentano la suscettibilità alla candidiasi. Tale condizione patologica è abitualmente limitata alla cute e alle mucose (orale, vaginale, intestinale); in alcuni casi l’infezione può essere sistemica e le lesioni viscerali possono determinare un trattamento a vita (1).

Cosa fare per contrastare la Candida?

  1. Assumere probiotici:
    I probiotici sono microrganismi vivi e vitali che conferiscono benefici all’ospite quando consumati, in adeguate quantità, come parte di un alimento (es. yogurt) o di un integratore.
    Una serie di studi indicano che i probiotici, in particolare i lattobacilli, sopprimono la crescita della Candida in vitro. Interessante è il loro uso direttamente sulle mucose infette come avviene nel caso della somministrazione endovaginale. Un recente studio ha confermato che i probiotici rappresentano un valido alleato preventivo e curativo contro le infezioni croniche da Candida (2).
  2. Modificare la propria alimentazione:
    Limitare l’assunzione di carboidrati raffinati e zuccheri semplici può essere un valido aiuto,
    poichè essi rappresentano i nutrienti preferiti dalla Candida. Il primo passo nella patogenesi dell’infezione da Candida consiste nell’adesione del fungo tramite una struttura tridimensionale detta biofilm. Durante la formazione del biofilm la capacità delle cellule di aderire ed aggregarsi sono influenzate dalla idrofobicità della superficie cellulare, un importante fattore di virulenza. A tale riguardo è possibile che una dieta ricca in zuccheri vada ad alterare le componenti delle cellule fungine, influenzando la loro idrofobicità e, conseguentemente, la loro capacità di formare il biofilm, aumentando conseguente l’infettività della Candida (3).
  3. Consumare olio di cocco:
    Quasi il 50% degli acidi grassi contenuti nell’olio di cocco è composto dall’acido laurico. Quando l’olio di cocco è digerito dagli enzimi, forma un monogliceride chiamato “monolaurina”. Sia l’acido laurico che la monolaurina possono uccidere agenti patogeni dannosi come batteri, virus e funghi (4).
  4. Aggiungere aglio:
    L’allicina contenuta nell’aglio ha un ampio spettro di attività biologiche, tra cui quella antifungina (5). I meccanismi d’azione sono numerosi e la sua efficacia è stata dimostrata, tuttavia la sua applicazione clinica è limitata dal fatto che la minima concentrazione inibitoria di allicina è alta. Sembra utile invece utilizzarla in forma di integratore a supporto di farmaci antifungini (6).

Le infezione da Candida possono essere ricorrenti e perfino resistenti alla terapia farmacologica. Coloro che ci soffrono dovrebbero per prima cosa adottare una dieta corretta e rafforzare il sistema immunitario con dei probiotici di qualità. Da sole queste strategie non sono miracolose, ma come prevenzione o in associazione con farmaci specifici possono fare la differenza.

Bibliografia

  1. Manuale Medico Merck
  2. Matsubara VH. Probiotics as antifungals in mucosal candidiasis. Clin Infect Dis. 2016 Jan 29. pii: ciw038.
  3. I L Santana. Dietary Carbohydrates Modulate Candida albicans Biofilm Development on the Denture Surface. PLoS One. 2013; 8(5): e64645.
  4. Ogbolu DO et al. In vitro antimicrobial properties of coconut oil on Candida species in Ibadan, Nigeria. J Med Food. 2007 Jun;10(2):384-7.
  5. Borlinghaus J et al. Allicin: chemistry and biological properties. Molecules. 2014 Aug 19;19(8):12591-618
  6. Young-Sun Kim et al. Quantitative and Qualitative Analysis of the Antifungal Activity of Allicin Alone and in Combination with Antifungal Drugs. PLoS One. 2012; 7(6): e38242.

Autore: Francesco Cagnazzo

Autore: Francesco Cagnazzo

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